La lunga vita dei miti.

I miti greci e le leggende di Roma delle origini hanno costituito un patrimonio a cui la cultura occidentale ha attinto risorse determinanti nella sua costruzione. La letteratura, la filosofia, le arti dell’Occidente hanno mantenuto sempre aperto un canale di comunicazione con questo lascito. Le narrazioni ancora oggi affascinano, accendono l’immaginazione, le vicende pongono domande, sollecitano risposte.

I ragazzi ne restano incantati, gli adulti non sono insensibili, ricordando anche il piacere dell’ascolto e dello studio fatti a suo tempo. Nei nostri incontri di quest’anno intendiamo analizzarne le riprese e le reinterpretazioni nei libretti d’opera e nella musica a partire dal ‘700 fino alla contemporaneità (a titolo d’esempio le “rivisitazioni” delle vicende di Didone ed Enea, di Orfeo ed Euridice, di Medea, di Elena e di Arianna, di Edipo, rispettivamente nelle opere di Purcell, Gluck, Cherubini, Offenbach, Strauss, Stravinsky).

Un’altra serie di incontri sarà dedicata al mito di Aquileia per ricordare a seicento anni di distanza la data del 1420 che segna la fine del Patriarcato e il passaggio alla dominazione di Venezia. Aquileia, grande città dell’impero romano nel nord-est, è sede di importanti comunità cristiane, e, dagli inizi del IV° sec., centro di diffusione del Cristianesimo nelle aree circostanti e più lontane; a partire da V° sec., allo sfaldarsi dell’impero, perde ricchezza e importanza, ma conserva memoria della grandezza del periodo classico e soprattutto del fondamentale ruolo svolto come centro missionario del Cristianesimo; elabora sulla base di questo lascito un racconto che si prolunga per tutta l’età patriarcale.

La basilica e gli altri edifici religiosi saranno il simbolo vivente di un’autorità che affonda le radici in un grande passato, mentre nella realtà la città registrava una drastica diminuzione di abitanti, e le testimonianze della cultura classica cadevano in rovina o andavano a costituire materiale edificatorio per altre sedi. Ma il mito dell’opulenza del passato e del ruolo svolto nella predicazione del Cristianesimo costituì una forza propulsiva che permise ai patriarchi di Aquileia di giocare un ruolo importante nelle vicende politiche e religiose dell’Alto Medioevo ben oltre il nord-est.

Il nome di Aquileia continuò a perpetuarsi nei secoli successivi utilizzato in prospettive diverse, ma tutte in qualche modo legate a un racconto continuamente arricchito e ripreso anche in epoche a noi vicinissime.

Con il contributo del Comune di Pordenone, della Fondazione FRIULI e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.